Attività, strumenti e metodi di controllo specifici per le imprese del settore edile che operano all’estero
Quando un’impresa edile decide di operare all’estero, si apre a nuove opportunità di crescita, ma anche a un insieme complesso di rischi che richiedono strumenti di gestione e controllo molto più rigorosi rispetto a quelli impiegati nei cantieri nazionali.
La distanza geografica, le barriere linguistiche e culturali, le differenze normative e l’assenza fisica della direzione aziendale rendono la gestione del cantiere estero un’attività altamente critica.
Le aree chiave da presidiare
Per governare un cantiere all’estero in modo efficace è indispensabile intervenire su alcune aree fondamentali:
- Controllo dei costi e dei budget:
La definizione di un budget dettagliato è il primo passo, ma ancora più importante è la capacità di monitorarlo costantemente e di intervenire rapidamente sugli scostamenti. Le derive sui costi, spesso alimentate da varianti in corso d’opera o da inefficienze operative, possono compromettere l’intera redditività della commessa. - Controllo dei tempi di esecuzione:
La pianificazione dei tempi deve essere realistica e costantemente aggiornata. I ritardi, in un contesto estero, hanno un impatto amplificato: generano costi indiretti, penali contrattuali e, non di rado, compromettono la reputazione dell’impresa sul mercato locale. - Gestione del rischio:
Ogni cantiere all’estero espone l’impresa a rischi specifici: rischi politici, economici, doganali, di approvvigionamento, di sicurezza sul lavoro. Una mappatura preventiva dei rischi e un piano di gestione dedicato sono strumenti indispensabili per evitare di subire passivamente gli eventi. - Organizzazione e gestione delle risorse umane:
La distanza impedisce un controllo diretto e quotidiano delle risorse impiegate. È essenziale strutturare il cantiere con personale adeguato, definire chiaramente ruoli e responsabilità, e creare canali di comunicazione efficaci tra il cantiere e la sede centrale. - Sistema di comunicazione e reportistica:
La distanza geografica non deve tradursi in distanza informativa. È necessario progettare sistemi di raccolta, sintesi e trasmissione dei dati di cantiere che siano tempestivi, affidabili e funzionali alle decisioni operative.
Le criticità più ricorrenti
Nonostante le migliori intenzioni, le imprese si trovano spesso a dover affrontare alcune criticità tipiche:
- Perdita di controllo sui costi:
Senza un monitoraggio stretto, gli extra-costi possono moltiplicarsi senza essere rilevati in tempo utile. - Derive nei tempi di progetto:
Eventi imprevisti, difficoltà logistiche e lentezza decisionale causano ritardi difficilmente recuperabili. - Difficoltà nei rapporti locali:
Barriere linguistiche, culturali e normative possono generare incomprensioni, conflitti e ritardi, specialmente nella gestione di subappaltatori e fornitori locali. - Scarsa trasparenza informativa:
Se il flusso di dati tra il cantiere e la sede non è ben progettato, le decisioni vengono prese su basi parziali o errate. - Sovraccarico delle figure operative:
Spesso i capi commessa e i project manager sono sovraccaricati di compiti gestionali e operativi, senza il necessario supporto organizzativo e procedurale.
Le strategie vincenti
Chi riesce a gestire con successo i cantieri all’estero adotta alcune strategie chiave:
- Applicare logiche di project management rigoroso: ogni cantiere va gestito come un progetto, con obiettivi chiari, piani di azione dettagliati e controlli periodici.
- Costruire una rete di collegamenti efficiente: il flusso di informazioni tra il cantiere e la sede deve essere continuo e strutturato.
- Scegliere persone adatte: il personale impiegato deve possedere non solo competenze tecniche, ma anche capacità di adattamento culturale e autonomia operativa.
- Prevedere margini di sicurezza: sia nei budget sia nei tempi, è importante inserire margini adeguati per assorbire le inevitabili variabili impreviste.
- Investire sulla gestione dei rischi: dedicare tempo e risorse all’identificazione e alla mitigazione dei rischi non è un costo, ma un investimento che tutela la commessa.
Conclusioni: un cantiere estero non si improvvisa
La gestione dei cantieri all’estero richiede più controllo, più metodo e più attenzione che non in patria.
Non bastano la capacità tecnica e la conoscenza del mestiere: occorre un approccio strutturato, orientato alla pianificazione, alla comunicazione e al monitoraggio continuo.
Investire nella costruzione di un sistema di gestione solido e replicabile significa non solo ridurre i rischi di insuccesso, ma anche creare le condizioni per operare stabilmente sui mercati internazionali, trasformando l’esperienza estera da incognita temuta a risorsa strategica.